mercoledì 17 agosto 2016

Appunti su alcuni Bilanci delle Banche Italiane.



Luca Marotta


Di seguito si cercherà di esporre alcuni dati economici, patrimoniali e finanziari di un campione di banche e gruppi bancari italiani, riferiti all’esercizio 2015, per cercare di capire in maniera molto semplice la relativa situazione.
Il campione considerato non è certo esaustivo, ma considera i gruppi bancari italiani principali.

L’Attivo
L’attivo comprende i mezzi che una banca ha a disposizione per svolgere la propria attività.
In base ai dati del bilancio consolidato del 2015, il Gruppo Unicredit è il gruppo bancario che ha il maggiore attivo, con 860 miliardi di Euro, seguito da Intesa San Paolo, con 676 miliardi di Euro.



Le voci che compongono l'Attivo sono: Cassa e disponibilità liquide; Attività finanziarie detenute per la negoziazione; Attività finanziarie valutate al fair value; Attività finanziarie disponibili per la vendita; Attività finanziarie detenute sino alla scadenza; Crediti verso banche;Crediti verso clientela; Derivati di copertura; Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica; Partecipazioni; Riserve tecniche a carico dei riassicuratori; Attività materiali; Attività immateriali; Attività fiscali;Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione; Altre attività.

Da notare che la voce con la maggiore incidenza percentuale sull’attivo, del campione preso in esame è crediti verso la clientela con il 57,4%, seguita da Attività finanziarie disponibili per la vendita con il 15,5% e da Attività finanziarie detenute per la negoziazione con il 7,6%; mentre i crediti verso le banche incidono solo per il 6%.
Per quanto riguarda il campione in esame il Gruppo Unicredit evidenzia il maggior importo per crediti verso clientela pari a 473,99 miliardi di Euro, seguito da Intesa San Paolo con 350 miliardi di Euro e Gruppo MPS con 111,4 miliardi di Euro.



Nella voce crediti verso la clientela sono allocati i crediti deteriorati oggetto di svalutazione.

Il gruppo bancario che detiene maggiori disponibilità liquide è Unicredit con 10,3 miliardi di Euro.

Il Patrimonio Netto

Il Patrimonio Netto rappresenta i mezzi propri che hanno finanziato l’attivo.
Il Patrimonio Netto comprende: Riserve tecniche; Riserve da valutazione; Azioni rimborsabili; Strumenti di capitale; Riserve; Sovrapprezzi di emissione; Capitale; Azioni proprie; Patrimonio di pertinenza di terzi e Risultato di periodo.
Il campione preso in esame mostra che in media il Patrimonio netto finanzia solo l’11,3% dell’attivo.



Intesa San Paolo possiede il maggior importo di Patrimonio Netto, pari a 133 miliardi di Euro, che finanzia il 19,7% dell’Attivo.
Il Gruppo Mediolanum possiede il rapporto più elevato tra Patrimonio Netto e attivo, pari al 37,3%.


Le Passività



Le passività considerate per il campione in esame, includono le seguenti voci: Debiti verso banche; Debiti verso clientela; Titoli in circolazione; Passività finanziarie di negoziazione; Passività finanziarie valutate al fair value; Derivati di copertura; Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica; Passività fiscali; Passività associate ad attività in via di dismissione; Altre passività; Trattamento di fine rapporto del personale e Fondi per rischi e oneri.

Per il campione preso in esame, il maggior importo di Passività è di Unicredit con 806,9 miliardi di Euro, seguito da Intesa San Paolo con 543,2 miliardi di Euro; mentre, il minore è quello di Banca Finnat con 1,1 miliardi di Euro.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile.
Nel caso del campione in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,13, ciò vuol dire che le banche possiedono dei beni il cui valore è sufficiente a pagare i debiti.
Ovviamente, tutto dipende dal valore attribuito ai beni dell’attivo. Ad esempio nel caso in cui fosse richiesto dalle Autorità un’ulteriore svalutazione dei crediti deteriorati alcune banche sarebbero costrette a ricorrere ad aumenti di capitale, come sembra delinearsi per il Monte dei Paschi.
Per quanto riguarda il campione in esame, il miglior indice di solvibilità appartiene al Gruppo Mediolanum con 1,59, seguito da Nuova Banca Etruria e del Lazio con 1,35 e Intesa San Paolo con 1,25.
L’indice di solvibilità più basso è del Gruppo MPS con 1,06.

Il Conto Economico,

Il risultato di esercizio è determinato dalla somma algebrica del Risultato della operatività corrente al netto delle imposte, dal risultato dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte.



Il campione preso in esame mostra complessivamente un risultato di esercizio positivo per 4,7 miliardi, ovviamente determinato in gran parte dal risultato dell’operatività corrente.

Intesa San Paolo con 2,8 miliardi di Euro mostra il risultato di esercizio positivo maggiore, seguita da Unicredit con 2 miliardi di Euro.
La perdita di esercizio maggiore riguarda la Banca Popolare di Vicenza con 1,4 miliardi di Euro, seguita da Veneto Banca con 907 milioni di Euro.
La differenza tra il Risultato della operatività corrente al netto delle imposte e il risultato dell’esercizio dipende principalmente da Unicredit che ha evidenziato un risultato dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte negativo per 295 milioni di Euro.

Il Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa dipende dalla considerazione del Risultato netto della gestione finanziaria e della gestione assicurativa, che svolgono alcune banche. Il consolidato di Banca Intesa San Paolo mostra i maggiori importi per la gestione assicurativa, che nel complesso del campione esaminato risulta negativa.

Per il campione preso in esame, il miglior Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa è di Unicredit con 17,18 miliardi di Euro, il peggiore è quello di Banca Popolare di Vicenza con un risultato negativo di 2,8 miliardi di Euro.

Il Risultato netto della gestione finanziaria è dato dalla somma algebrica del Margine di Intermediazione e le Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
d) altre operazioni finanziarie

Ad esempio nelle Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti confluiscono gli utili o le perdite su crediti quando l’attività finanziaria ha subito una riduzione di valore o una ripresa successiva ad una riduzione. In pratica l’importo svalutato nell’esercizio dei crediti deteriorati.



Per il campione preso in esame, il miglior Risultato netto della gestione finanziaria è di Unicredit con 17,18 miliardi di Euro, seguito da Intesa San Paolo con 16,2 miliardi di Euro; mentre,  il peggiore è quello di Banca Popolare di Vicenza con un risultato negativo di 2,8 miliardi di Euro.

Per quanto riguarda le Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento ammontano complessivamente a 16,8 miliardi di Euro. L’importo maggiore è di Unicredit con 4,1 miliardi di Euro, seguito da Intesa San Paolo con 2,8 miliardi di Euro.

Il Margine di intermediazione comprende il margine di interesse, le Commissioni nette, i Dividendi e proventi simili; il Risultato netto dell'attività di negoziazione; il Risultato netto dell'attività di copertura; Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: a) crediti; b) attività finanziarie disponibili per la vendita; c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza; d) passività finanziarie; il Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value.

L’importo maggiore riguarda  Unicredit con  21,2 miliardi di Euro, seguito da Intesa San Paolo con 19 miliardi di Euro.



Il Margine di interesse è dato dalla differenza tra Interessi attivi e proventi assimilati e Interessi passivi e oneri assimilati

In media, il margine di interesse incide per il 50,1% sul margine di intermediazione.

L’importo maggiore riguarda  Unicredit con  11,6 miliardi di Euro, seguito da Intesa San Paolo con 9,2 miliardi di Euro.
L’incidenza maggiore del margine di interesse sul margine di intermediazione appartiene a Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. con 67,9%, seguita dal Gruppo Mediobanca con 64,3%. Quella minore è del Gruppo Mediolanum col 20,3%.


I costi operativi, per il campione preso in esame ammontano a circa 43 miliardi di Euro.
Le voci principali di costo riguardano il costo del personale con 24,2 miliardi di Euro e le altre spese amministrative con 18,5 miliardi di Euro.



Le spese per il personale complessivamente incidono sul margine di intermediazione per il 35%; mentre le  altre spese amministrative complessivamente incidono sul margine di intermediazione per il 28,3%.

Per quanto riguarda le spese per il personale il Gruppo Unicredit presenta l’importo più elevato con 8,66 miliardi di Euro ed un’incidenza sul margine di intermediazione del 40,6%. Il secondo importo più elevato è di intesa San Paolo con 5,4 miliardi di Euro ed un’incidenza sul margine di intermediazione del 28,3%.
L’incidenza maggiore del costo del personale sul margine di intermediazione è di Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. con il 69,8%, seguita dal Gruppo Credem con il 59,5%.

Per quanto riguarda le altre spese amministrative il Gruppo Unicredit presenta l’importo più elevato con 6 miliardi di Euro ed un’incidenza sul margine di intermediazione del 28,5%.

La Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. presenta un importo di altre spese amministrative pari a 23 milioni di Euro, che  supera abbondantemente il margine di intermediazione pari a 14,4 milioni di Euro.

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